Covid e varianti: la Spagna inaugura una strategia diversa

Covid e varianti: la nuova strategia spagnola

Il Covid e le sue nuove varianti (Omicron in testa) non sono il male. Il problema è come vengono gestite. In questo senso, guardare ad altri esempi può essere d’aiuto

Ieri una mia conoscente è andata in ospedale per un esame prenotato da tempo. È tornata senza averlo fatto: avrebbe dovuto rimanere in fila, pigiata in una sala d’attesa stipatissima in mezzo a una bolgia di persone, nonostante avesse prenotato l’esame mesi fa. Ospedale completamente in tilt.

Davanti alle rimostranze di una signora esasperata, un medico (altrettanto esasperato) è esploso, gridando che la situazione è ingestibile e l’ospedale ha dovuto anche rinviare operazioni a malati di tumore (sic.!). E no, non siamo più – deo gratia – nel 2020 o nel 2021, quando gli ospedali sono collassati perché le terapie intensive brulicavano di pazienti gravissimi attaccati all’ossigeno. No. La cosa assurda è che fortunatamente ci troviamo a fronteggiare una variante, Omicron, meno letale delle precedenti. Peccato che la gestione irrazionale del problema – quella che ha stipato in casa 2 milioni e mezzo di italiani senza peraltro disattivare i Green Pass di molti di loro – abbia innescato una situazione paradossale, in cui la soluzione sta generando conseguenze più gravi del problema originario stesso.

In questo contesto di rigurgiti di pancia, la buona notizia viene dalla Spagna. Per chi conosce lo spagnolo, linko un articolo di “El Pais” che per me è stato un vero e proprio balsamo. Un pezzo lucido, equilibrato, razionale come dovrebbe essere qualsiasi articolo. Piccolo appunto preventivo per limitare chiavi di lettura fuori luogo che inizio a intercettare qua e là: no, la Spagna non ha deciso di far finta di nulla riducendo il Covid a una febbriciattola da due soldi e no, il Paese (con altissima percentuale di vaccinati, peraltro) non ha dichiarato nessun “tana libera tutti!”. Quello che cambierà sarà il sistema di vigilanza, non il trattamento della malattia.

In pratica – per dirla parafrasando malamente Bauman – in una situazione “liquida”, anziché sbracciarsi cercando una terraferma che ormai non c’è più, la Spagna sta provando a reagire nel modo migliore: imparando a nuotare.