Ridurre le emissioni di CO2: ci proviamo in tanti – sul piano individuale – ma non sempre nel modo giusto. C’è un divario, infatti, tra realtà e percezione: tra pratiche green di cui sovrastimiamo l’importanza e pratiche di cui sottostimiamo l’impatto ma che – messe sul piatto della bilancia – sono più incisive di altre.
Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, si dice. In questo senso, tra l’ambientalismo di facciata e l’attenzione all’ambiente vera e propria (personalmente odio gli “ismi”) c’è di mezzo la Conoscenza di ciò che serve di più e ciò che serve di meno. E anche la coscienza del fatto che le pratiche con una reale incidenza non possono prescindere dalla convergenza tra cittadini e politica.
Questa mattina, sugli schermi di Teletruria, ho parlato di “Perils of perception”: un’indagine che IPSOS conduce ogni anno per studiare, appunto, il divario tra realtà e percezione. L’ultimo sondaggio verteva proprio sul tema delle emissioni di CO2 e ha dato risultati molto interessanti.
A latere, visto che si tratta di punti nodali che emergono dall’indagine IPSOS, ho parlato anche della situazione demografica italiana, dell’eccessivo numero di auto pro-capite presenti nel nostro Paese e di cosa si potrebbe fare in merito. Un’analisi in cui il punto di partenza sono sempre gli strumenti di indagine forniti dal giornalismo costruttivo.