Davanti all’alluvione che ha colpito le Marche (e a tanti eventi simili che rientrano nel novero delle catastrofi naturali) viene da chiedersi: è possibile comunicare questo genere di eventi in modo diverso, cioè utile a chi ascolta? Cosa può fare il giornalismo per cambiare chiavi di lettura aiutando i territori a dotarsi delle giuste misure di contenimento in modo tempestivo e – d’altra parte – aiutando le persone, cioè i fruitori delle notizie, a reagire in modo lucido e tempestivo?
Quando parliamo di alluvioni, esondazioni ed eventi “estremi”, in realtà non parliamo di meri fatti di cronaca ma delle conseguenze tangibili dei cambiamenti climatici in atto: lo dimostra l’intensificazione della frequenza e dell’intensità di questo genere di eventi. Il legame con i cambiamenti climatici (anzi: con la “crisi climatica” come ha deciso giustamente di chiamarla The Guardian) deve essere sempre sottolineato. E’doveroso, però, farlo in modo utile. Per esempio, portando anche alla luce gli esempi dei Paesi che stanno mettendo in campo misure di adattamento efficaci (e in parte, scalabili). Paradossalmente, gli esempi fioriscono soprattutto in quelli che definiamo ancora in modo indifferenziato Paesi del Terzo Mondo.
Ne parlo in questo video, sugli schermi di Teletruria, con Gloria Peruzzi e con Andrea Gennai, Direttore del Parco delle Foreste Casentinesi. Chapeau per Gennai, che dice cose davvero interessanti.